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La Napoli di Gianfranco Gallo è la città dei contrasti: bene-male, fuori-dentro, sotto-sopra. Nel libro, i racconti descrivono una città da sempre martoriata da miseria, delinquenza e rassegnazione. Eppure nelle vicende dei personaggi di questa Napoli di sopra s'intravedono possibilità di salvezza, di riscatto. L'autore non è un narratore onnisciente, vive in prima persona ciò che racconta. È osservatore e lettore anch'egli. Nella seconda parte, invece, non è Gallo che scrive e racconta, ma il suo alter ego Giovanni Napolano. Un poeta metropolitano che scrive solo quando viaggia in metro. Il linguaggio è sgrammaticato, ma i concetti espressi sono ricchi di ironia e di sagace intuizione: "Se la mia bocca è ignorante, la capa è laureata", scrive. Dalla famiglia alla politica, dalla società ai versi poetici, Napolano accompagna il lettore in un viaggio nella Napoli di sotto, dove scorrono i vagoni della metropolitana e si toccano con mano le viscere della città.